Abbiamo ormai capito che gli unici amori eterni riguardano:
1. gente che a un certo punto della storia muore
2. gente che non muore mai perché è un vampiro.
E siccome potrebbe anche essere che non vi riconosciate in nessuna delle due categorie, spiace dover essere proprio io a dirvelo, ma sappiate che di certo, prima o poi, vi lascerete.
Eh lo so bene, è triste.
Comunque, presa coscienza di questo fatto incontrovertibile, ora voglio anticiparvi, con parole e musica, cinque accadimenti di cui (ahimè) si prende piena coscienza solo una decina di giorni dopo essersi chiusi la porta rossa alle spalle, nel mio caso era rossa, ma a quel punto è troppo tardi per avere dei ripensamenti (vabbè, tipo troppo tardi):
1. nonostante le tante parole spese, ci sarà sempre qualcosa in sospeso da chiarire (Le tue parole fanno male di Cesare Cremonini)
2. siccome non avevate mica segnato il giorno sul wunderlist, ci saranno sempre oggetti destinati a vivere nella casa sbagliata (Sette e quaranta di Lucio Battisti)
3. poiché la memoria è bastarda, ci sarà sempre il suo sorriso (Lontano lontano di Luigi Tenco)
4. dato che la vita è ingiusta, ci sarà sempre uno che soffrirà di più (Carte da decifrare di Ivano Fossati)
5. per quanto cerchiate di non pensarci, ci sarà sempre quel senso di eterno in silenzio giurato (Sempre e per Sempre di Francesco De Gregori nella versione di Fiorella Mannoia).
Vi sta vendendo da piangere?
Ma no, non è il caso, chissà mai che un fulmine vi fulmini o che un vampiro vi morda.
Oppure potreste scriverle/gli una lettera d’amore,
e con parole inventate su carta azzurra,
immaginare un ultimo incontro,
magari nel prossimo giorno di pioggia,
magari a Parigi (di Paolo Conte),