L’amore è un seme infestante portato dal vento, che una volta entrato non fermerà il suo viaggio.
E il silenzio ti illuderà di giorno, mentre la notte lo sentirai nutrirsi di pensieri che non ricordavi di pensare.
Ma la sua pianta è delicata.
Così le sacrificherai ogni segreto nascosto tra le dita arrugginite, scoprendo che il tuo tutto non sempre sarà abbastanza, che a volte sarebbe meglio niente, ma quanta pratica per condividere il niente.
I terreni solidi si possono rivelare inadatti, mentre le cattive abitudini creano euforia, ma è solo questione di attimi, troppo brevi per te che già la vorresti albero con radici profonde e foglie che possano riposare sulle nuvole.
Solo che l’infinito ha tempi diversi, prova tu a raccontare l’inverno a una margherita.
Così tornerai seme e io cercherò un’altra volta di estirparti, ma la tua natura infestante avrà vita facile sulla mia attitudine al ricordare.
– vinci sempre tu, piangeremo all’unisono senza saperlo.
– non vince mai nessuno, piangerà il seme ridendo di noi.
E intanto si fa sera e io non ho ancora messo tavola per i tuoi pensieri.