(sarebbe facoltativo dare una letta alla parte prima)
In pratica, incontri una persona, ti piace, ci parli un po’, la frequenti, e dopo pochissimo ti sembra di conoscerla da sempre. Ovviamente non è possibile, è solo un’impressione dettata dal desiderio che possa essere veramente così. In pratica il trucco sta nell’infilare nei buchi di quello che ancora non sai del suo dna, filamenti di quello che ti piacerebbe, tanto per migliorare quei dieci, quindici lati del suo carattere che la rendono unica, ma che potrebbero non soddisfarti completamente. In pratica la trasformi in un essere perfetto (per te). Certo, fino a quando il rospo non interviene in tutta la sua natura azionando il caos, e il progetto sfugge dalle mani del suo creatore, che si ritrova con una sconosciuta che non somiglia per niente all’entità superiore che fino al giorno prima gli dormiva accanto. Aaaaah, ma non finisce lì. E no, anzi. A quel punto inizia il lento processo di disgregazione.
Tu, amata, non sei quello che io ti avevo permesso di essere, nei miei occhi non leggi più il riflesso di perfezione, ora vedi solo te stessa come sei, magari bella, ma non per me, che desideravo l’altra, quella con i miei filamenti. E proverò a giurarti il falso, che sei esattamente come prima, ma solo perché ormai non posso più fare a meno di te. Mi capisci amore?
Ma tu naturalmente non capirai, andrai via, lontanissimaaaaa…
noooooooooooooo…
per poi tornare,
noooooooooooooooo….
perché è difficile resistere al fascino di chi ha visto in te qualcosa che nemmeno in una giornata perfetta, figlia di un meraviglioso mese, in un anno indimenticabile, potrai mai sperare di riconoscere allo specchio.
La faccio breve? Uno strazio. E tutto questo per l’orribile vizio di colmare i suoi vuoti con i tuoi pieni. Maledetto rospo.