l’immagine riflessa, ovvero la teoria di jurassic park (parte seconda)


(sarebbe facoltativo dare una letta alla parte prima)

In pratica, incontri una persona, ti piace, ci parli un po’, la frequenti, e dopo pochissimo ti sembra di conoscerla da sempre. Ovviamente non è possibile, è solo un’impressione dettata dal desiderio che possa essere veramente così. In pratica il trucco sta nell’infilare nei buchi di quello che ancora non sai del suo dna, filamenti di quello che ti piacerebbe, tanto per migliorare quei dieci, quindici lati del suo carattere che la rendono unica, ma che potrebbero non soddisfarti completamente. In pratica la trasformi in un essere perfetto (per te). Certo, fino a quando il rospo non interviene in tutta la sua natura azionando il caos, e il progetto sfugge dalle mani del suo creatore, che si ritrova con una sconosciuta che non somiglia per niente all’entità superiore che fino al giorno prima gli dormiva accanto. Aaaaah, ma non finisce lì. E no, anzi. A quel punto inizia il lento processo di disgregazione.

Tu, amata, non sei quello che io ti avevo permesso di essere, nei miei occhi non leggi più il riflesso di perfezione, ora vedi solo te stessa come sei, magari bella, ma non per me, che desideravo l’altra, quella con i miei filamenti. E proverò a giurarti il falso, che sei esattamente come prima, ma solo perché ormai non posso più fare a meno di te. Mi capisci amore?
Ma tu naturalmente non capirai, andrai via, lontanissimaaaaa…
noooooooooooooo…
per poi tornare,
noooooooooooooooo….
perché è difficile resistere al fascino di chi ha visto in te qualcosa che nemmeno in una giornata perfetta, figlia di un meraviglioso mese, in un anno indimenticabile, potrai mai sperare di riconoscere allo specchio.

La faccio breve? Uno strazio. E tutto questo per l’orribile vizio di colmare i suoi vuoti con i tuoi pieni. Maledetto rospo.

la morte ti fa bella, ovvero la strategia definitiva

Vorrei farvi notare come in tutte le storie d’amore che contino veramente, quelle che ci hanno tramandato nei secoli dei secoli,  lui e lei non vissero mai insieme. E ci sarà un perché!
Romeo e Giulietta, per esempio, un grande amore durato una settimana. Non fossero morti pensate forse che sarebbe continuata? Noooo. Perché lei avrebbe sicuramente cercato nuove emozioni, magari in qualche isola greca [puttana], e lui avrebbe sicuramente trovato nuove emozioni, magari con la fidanzata di Mercuzio [il più classico dei classici]. Antonio e Cleopatra? Lei si ammazza. Tristano e Isotta? Lui si lascia morire. Il dottor Zivago, naaaa, non vivranno mai assieme. Via col vento, non si sa con certezza, ma nessuno punterebbe mai un cent su Rhett e Scarlett coppia fissa. Titanic? Ci resta lui, mentre in Love story ci resta lei.
Quindi, a parte qualche separazione consensuale operata sempre e solo per il bene dell’altro [ovvio], la più gettonata delle uscite di scena resta la morte, meglio ancora se per salvare lei o lui.
Perché probabilmente nemmeno il più coraggioso dei romanzieri avrebbe avuto l’ardire di immaginare i nostri nel quotidiano vivere. Perché sicuramente nemmeno il più distratto tra i lettori, dopo le mille peripezie amorose dei protagonisti, riuscirebbe a figurarseli in casa, la sera, davanti ad un piatto di minestrone caldo, intenti a discutere su chi domani porterà la bambina dal dentista, situazione ad altissima probabilità di realizzazione, quando magari un po’ di parenti erano, tipo, morti fra la pagina centosettanta e la duecentonovantarè, come vuole la più classica delle trame di un romanzo d’amore.
E allora siccome da sempre la morte ti fa bella [o bello], direi che questa ancora oggi resta la migliore delle strategie per trascinare il Vostro amore oltre le soglie dell’infinito.
Per un potenziale suicida però, da scartare per tutti gli altri che un futuro su questa terra, per quanto povera di valori e cultura e leader di lingua italiana in cui riconoscersi, riescono ancora a desiderarlo.

[cont.]